BANCA CARIGE FILIALE

L’impegno di un nucleo di soci stabili con in mano il 30% del capitale e la possibilita’ che investitori internazionali si facciano avanti hanno riportato il barometro verso il sereno sulla vicenda Carige. Nella notte fra venerdì e sabato, infatti, è stato firmato con Barclays e Deutsche Bank l’accordo per il consorzio di garanzia dell’aumento da 500 milioni di euro che rappresenta l’ultimo tassello per il rafforzamento patrimoniale del gruppo. Il management della banca e’ al lavoro anche in questo fine settimana per integrare il prospetto dell’aumento di capitale, che l’istituto punta a far partire mercoledi’ prossimo, il 22 novembre, a patto che arrivi il via libera di Consob.

Ieri l’impegno di Malacalza e Volpi
Nella cruciale giornata di venerdì a Carige sono arrivati gli impegni “irrevocabili” dei principali soci dell’istituto, a partire dalla famiglia Malacalza, che tramite la Malcalza Investimenti, sottoscrivera’ la propria quota, pari al 17,6%. In campo anche il secondo socio, Gabriele Volpi, che dal 6% si e’ impegnato a salire al 9,9%, l’ex patron del Genoa Aldo Spinelli, che ha in mano lo 0,45% del capitale, e Coop Liguria, che detiene l’1,76%. Nei giorni scorsi la famiglia Malacalza aveva anche manifestato la possibile intenzione di salire fino al 28% e proprio in questa circostanza era nata l’incomprensione con le banche garanti, perche’ gli imprenditori genovesi ritenevano di aver dato gia’ dimostrazione del proprio coinvolgimento e le ulteriori richieste ricevute avevano rischiato di far deragliare l’operazione. Accanto al consorzio, di cui Credit Suisse e Deutsche Bank sono global coordinator e joint book runner e Barclays co-global coordinator, e’ scesa in campo anche Equita Sim, che interviene in qualita’ di co-garante a sua volta supportata da 4 accordi di ‘prima allocazione’ o ‘pari passu’ con il consorzio di garanzia, sottoscritti da primari investitori istituzionali. Come gia’ avvenuto per le due ex popolari venete, per rendere piu’ appetibile possibile l’aumento di capitale il prezzo delle nuove azioni sara’ di 1 centesimo; con l’operazione, che sara’ comunque offerta in opzione agli attuali soci, verranno emessi 60 titoli per ogni azione esistente, e avra’ dunque un effetto iperdiluitivo su chi dovesse decidere di non sottoscrivere la propria quota.

500 milioni dedicati agli azionisti e 60 milioni dedicati ai possessori di bond subordinati
Oltre ai 500 milioni dedicati agli azionisti ci sono poi 60 milioni dedicati ai possessori di bond subordinati, a cui sono destinate prioritariamente 6 miliardi di nuove azioni. Le banche del consorzio di garanzia si sono impegnate a sottoscrivere l’eventuale inoptato al termine dell’asta sui diritti; per quanto riguarda le tempistiche, detto che l’obiettivo e’ di partire con l’aumento il 22, la banca stima la conclusione dell’operazione per il 6 dicembre, prima della deadline posta dalla Bce per l’operazione di rafforzamento patrimoniale, fissata per l’ultimo giorno del 2017.

Trattativa con il Credito Fondiario per la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza
Carige ha annunciato anche passi avanti su un altro punto del piano di rilancio messo in campo dall’ad Paolo Fiorentino: l’istituto ligure e’ infatti entrato “in trattativa esclusiva con il Credito Fondiario per la cessione di un portafoglio di crediti in sofferenza pari a 1,2 miliardi” e per la piattaforma di servicing. E anche politica e sindacati tirano un sospiro di sollievo. “L’ora piu’ brutta di Carige sembra essere passata: raggiunto l’accordo sul consorzio di garanzia per l’aumento di capitale, credo si possa tornare ad avere un futuro non solo per Carige sul mercato, ma anche per tutte le aziende del territorio ligure che continuano ad avere in quella banca il principale punto di riferimento”, ha detto Edoardo Rixi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Liguria. Pur avendo accolto positivamente le novita’ i sindacati di categoria che, comunque, tengono alta la guardia: prossima settimana e’ previsto un incontro tra i rappresentanti dei lavoratori che lo scorso ottobre avevano annunciato uno sciopero per il 21 novembre (formalmente per le “pressioni commerciali eccessive e gli orari di lavoro che sforano troppo di frequente”, ma sul tavolo c’e’ anche il piano da mille esuberi – tra cessioni di rami d’azienda, pensionamenti e uscite incentivate, presentato dall’ad Fiorentino, ndr). Lo sciopero al momento resta confermato, ma lunedi’ mattina i sindacati si incontreranno per fare il punto della situazione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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