Questa volta il bollo auto potrebbe avere i giorni contati: secondo insistenti voci provenienti dall’entourage del premier Matteo Renzi, pare sia definitivamente entrato nei progetti del Governo l’abolizione dell’odiata tassa automobilistica. Addirittura, sempre facendo affidamento a indiscrezioni, l’eliminazione del bollo auto potrebbe arrivare già nella prossima legge di Stabilità e comunque entro la fine della legislatura.
Se una decisione in questo senso farebbe indubbiamente felici gli automobilisti, non si potrebbero però dimenticare le pesanti ripercussioni che avrebbe l’abolizione sul bollo in altri ambiti. In primis, bisogna infatti ricordare che il bollo vale economicamente quasi 6 miliardi di lire ed è una delle principali entrate per le Regioni, che ne riutilizzano poi gli incassi per spese extra-sanitarie, come quelle per infrastrutture, lavoro e trasporti. Se dunque il Governo è intenzionato a premere sull’acceleratore per un’abolizione, probabilmente dovrà vincere la resistenza delle Regioni, comprensibilmente restie a rinunciare ad una delle loro fonti d’entrata principali senza che sia stata pianificata dal Governo stesso una copertura finanziaria al mancato incasso.
A questo punto non è da escludere che le parti provino a venirsi incontro e si cominci ad abolire non il bollo in toto ma solamente quello su alcune categorie di auto, ad esempio abbassando il limite dei 30 anni necessari attualmente per catalogare un’auto come ‘storica’ e renderla così esente dal bollo stesso.
Sul tavolo del Governo ci sarebbero poi altri temi legati al mondo dell’auto: si discute infatti da tempo dei tagli alle imposte per i trasferimenti di proprietà come del superbollo per le auto di grossa cilindrata, senza contare il progetto di legge sullo stop al bollo per i primi tre anni d’immatricolazione per le auto ‘normali’ e per i primi cinque anni per i veicoli ecologici. Agli automobilisti non resta intanto che incrociare le dita e sperare che, dopo tanto parlare, questa sia la volta buona per dire addio all’odiata tassa.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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