La Bce ha diffuso il proprio bollettino mensile: secondo i dati, l’immigrazione ha avuto un “effetto considerevole sulla forza lavoro in particolare Italia e Germania”.

“Nell’area dell’euro nel suo complesso, durante la ripresa, l’immigrazione ha dato un ampio contributo positivo alla popolazione in età lavorativa, riflettendo soprattutto l’afflusso di lavoratori dai nuovi stati membri dell’Unione europea. A sua volta, ciò ha verosimilmente avuto un effetto considerevole sulla forza lavoro, in particolare in Germania e Italia, ma anche in altre economie minori dell’area”.

L’espansione economica dell’area dell’euro “prosegue” e mostra segni di “crescente tenuta”, mentre “le misure di politica monetaria sostengono la domanda interna”.

Nel secondo trimestre dell’anno l’aumento del Pil in termini reali dell’area, ha evidenziato la Banca centrale europea, “è stato pari allo 0,6% per cento sul periodo precedente, dallo 0,5 del primo trimestre. La crescita del Pil in termini reali è sostenuta in prevalenza dalla domanda interna. I consumi privati sono sospinti dagli incrementi dell’occupazione, che a loro volta beneficiano delle passate riforme del mercato del lavoro, e dall’aumento della ricchezza delle famiglie. La ripresa degli investimenti continua a essere sostenuta da condizioni di finanziamento molto favorevoli e da miglioramenti della redditività delle imprese”.

Inoltre la ripresa mondiale generalizzata sosterrà le esportazioni dell’area dell’euro. Il commercio mondiale, prosegue la Bce, “ha perso vigore nel periodo recente, ma gli indicatori anticipatori continuano a segnalare prospettive positive. Nel complesso, la sempre più diffusa ripresa mondiale attenuerà l’impatto potenziale sulle esportazioni dell’incremento del tasso di cambio, che si è apprezzato del 3,4 per cento su base ponderata per l’interscambio dopo la riunione di politica monetaria del Consiglio direttivo di giugno”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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