Sono oltre 8mila (alcuni datati 1930) i regolamenti edilizi che ancora oggi causano confusione e incertezza, così la ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha garantito che i lavori per arrivare a un regolamento edilizio unico, previsto dallo “Sblocca Italia”, stanno andando avanti.

La ministra ha sottolineato infatti come “l’8 febbraio sia stata licenziata la lista delle 42 definizioni uniformi, anche grazie al lavoro svolto dal ministro Delrio”. L’elenco sarà allegato allo schema “tipo” di regolamento. Intanto, è stato fatto quello che si definisce il “passo avanti cruciale”, grazie alla stesura di un mini-vocabolario per cui non ci saranno più fraintendimenti: veranda, terrazza, porticato, soppalco o tettoia avranno lo stesso significato, da Siracusa a Como.

Si parte, ha ricordato Madia, da una situazione per cui in Italia “ogni regolamento edilizio comunale detta definizioni diverse, perfino la nozione di superficie e il modo di calcolarla cambia da un comune all’altro”. E, ha aggiunto, alcuni regolamenti hanno anche una certa anzianità: ad esempio, “quello di Roma risale al 1934”. Finora, quindi, ogni realtà è andata per conto suo e “ciò ha creato caos e incertezza”, ma un passo in avanti, il “più impegnativo” è stato fatto, ha evidenziato la ministra, proprio con l’elenco delle “definizioni uniformi e inderogabili”. Adesso, ha proseguito, “l’auspicio è arrivare allo schema tipo del regolamento edilizio”, tenuto conto, ha voluto precisare, che non c’è una scadenza prevista dallo “Sblocca Italia”, ma a porre dei paletti è stata proprio l’Agenda per la semplificazione, che così facendo ha messo “pressione” sulla materia.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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