Un altro caso che getta nuova speranza sulle terapie anti-aids: una bambina sudafricana nata sieropositiva ha mantenuto il livello del virus nel sangue sotto al tasso rilevabile per almeno otto anni e questo grazie ad una terapia aggressiva effettuata subito dopo la nascita.

Questo importante traguardo è stato presentato oggi ad una conferenza sull’Aids in corso a Parigi: si tratta del terzo caso di questo genere nel giro di pochi anni.

Come spiegato in un comunicato del Nih statunitense, la malattia è stata diagnosticata alla piccola a 32 giorni di età; a quel punto, è stato avviato il trattamento a base di farmaci antiretrovirali per 40 settimane. Il livello del virus, controllato periodicamente, è rimasto sotto il limite rilevabile dai test.

Anthoni Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, ha commentato:”Servono maggiori studi per capire come stimolare la remissione del virus nei bambini infetti. Tuttavia questo caso rafforza la speranza che trattando un bambino sieropositivo durante l’infanzia potremmo risparmiargli il peso di una terapia per tutta la vita”.

Allo stesso congresso sono inoltre stati riportati i risultati del test di fase 1, sempre condotti dal Nih, di un vaccino contro l’Hiv. Dei 400 volontari che lo hanno provato, tutti hanno avuto una buona risposta immunitaria e nessun effetto collaterale, tanto che a fine 2017 inizieranno in Africa le sperimentazioni di fase 2, per verificare l’efficacia nel prevenire l’infezione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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