“Abbiamo lavorato insieme, cercando di metterci a disposizione ma mi rendo conto che è stata percepita una distanza notevole. Non abbiamo fatto sentire la vicinanza alla città e di questo mi scuso profondamente. Abbiamo lavorato per trovare le soluzioni. Penso che noi possiamo e dobbiamo dare molto alla città di Genova”. Lo ha detto Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, in conferenza stampa a Genova, la prima dopo la tragedia.

Fondi per famiglie vittime “La prima azione è per le famiglie delle vittime. Abbiamo stanziato un fondo per le esigenze immediate che affineremo con il Comune e che verrà gestito dal Comune”. ha aggiunto l’ad per illustrare il piano di aiuti dopo il crollo del ponte Morandi. “Mezzo miliardo è la somma dei fondi messi a disposizione” per le famiglie e la città di Genova. “Importi che per quanto ci riguarda sono disponibili da lunedì”, ha specificato. Indennizzi case sfollati “Per potere costruire il ponte in sicurezza sarà stanziato un fondo per dare indennizzi a tutti coloro che saranno costretti a lasciare le case”, ha poi spiegato Castellucci. “C’è l’ipotesi di liberalizzare i pedaggi nel nodo di Genova da Bolzaneto a Voltri a Genova Ovest da lunedì”.

Nuovo ponte in acciaio in 8 mesi “Realizzeremo un nuovo ponte. Otto i mesi che, gli studi ci dicono, servono tra demolizione e ricostruzione di una struttura in acciaio meno impattante per la Valpolcevera”, ha promesso Castellucci. “Non parlo dei rapporti con il governo” “Altri temi, come il rapporto tra noi e governo, li tratteremo un’altra volta”. E poi: “Collaboreremo con la magistratura per arrivare alla verità sul disastro”.

“Dimissioni? Mia priorità aiutare Genova” “La mia unica preoccupazione è aiutare a superare crisi di Genova e dell’azienda che ha colpito i nostri dipendenti. Il resto si vedrà successivamente”, ha quindi affermato Castellucci rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva di eventuali dimissioni. “La responsabilità del crollo deve essere accertata. Il ponte è stato costruito negi anni ’60, non da noi. Bisognerà vedere come è stato costruito e una serie di altri elementi per potere definire le responsabilità. Noi nei confronti delle vittime e dei parenti sentiamo fortemente la nostra compassione e vicinanza, ma non riteniamo che ci siano le condizioni per assumerci la responsabilità per un evento che ancora deve essere indagato in fondo e sono convinto che dalle indagini emergerà veramente cosa è successo”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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