Aria nuova a Bologna: l’Opificio e il Centro Arti e Scienze Golinelli

C’è una nuova realtà a Bologna di cui essere fieri, molto fieri, è l’Opificio Golinelli, il sogno realizzato dalla volontà imperiosa di Marino Golinelli, industriale farmaceutico di rilievo internazionale fin dal lontano 1948.

Tutto ruota attorno ad una sua idea: la conoscenza (il sapere, la cultura) racchiude in un unico abbraccio la scienza-la tecnologia e le materie umanistiche. Non c’è estraneità e lontananza tra arte e scienza, ma sinergia. A differenza del passato quando arte e scienza erano ritenute come due polarità distinte ed estranee, oggi possiamo mettere a confronto e stringere insieme opere di arte contemporanea e scoperte scientifiche. Immaginazione (propria dell’arte) e sperimentazione (specifica della ricerca scientifica) insieme possono farci vedere e capire di più. L’unicità della cultura, il sapere a 360 gradi, ecco il grande tema dell’Opificio Golinelli, la cittadella per la conoscenza e la cultura sorto a Bologna due anni fa, prima e unica esperienza di tal genere in Europa.

Il secondo pilastro su cui poggia questo avanguardistico progetto è l’educazione, la formazione e l’intraprendenza per promuovere la conoscenza a tutto tondo e per far crescere la cultura in tutti i campi del sapere. L’Opificio si rivolge ai bambini piccoli fino agli adulti e collabora con scuole, enti e università pubblici e privati: rivive così l’antica anima dell’Universitas bolognese.
Nel 2015 viene inaugurato l’Opificio Golinelli, 9.000 metri quadrati, nelle immediate adiacenze della via Emilia lato di ponente, sull’area occupata fino al 2008 dalle Fonderie Sabiem.

La riqualificazione è costata 12 milioni di euro. Il progetto è stato ideato dagli architetti bolognesi di diverserighestudio, e prevede strutture indipendenti collegate da un sistema di passeggiate, giardini e piazzeche ricalcano il prototipo cittadino. Ci sono spazi per i bambini e i ragazzi, per gli insegnanti e per gli adulti che partecipano alle attività educative di ricerca e di promozione delle scienze e della arti. “Imparare facendo” è il motto. Là si vivono autentiche esperienze tecnico scientifiche di laboratorio, e addirittura si stimolano e si valorizzano le particolari propensioni dei giovani alla creatività e alla imprenditorialità, favorendo lo sviluppo alla realizzazione delle proprie idee progettuali.

Nell’ottobre del 2017 si è inaugurato il Centro Arti e Scienze Golinelli,un padiglione-auditorium per le esposizioni incontri spettacoli, progettato dall’architetto Mario Cucinella. Costata 3 milioni di euro,è un’enorme stanza di 30metri per 20metri alta 8 metri, rettangolare, semplicissima come struttura, ma estremamente duttile e flessibile perché è possibile creare di volta in volta percorsi e spazi con pareti mobili. I muri perimetrali sono semitrasparenti così possono riflettere ciò che li circonda nelle ore diurne e essere luminosi di notte. L’enorme parallelepipedo è avvolto da una struttura metallica bianca che forma dei grandi cubi, come uno scheletro esterno, leggero e aereo, una griglia modulare che fa da involucro in cui vi è un percorso che porta a piccole terrazze panoramiche. “Il complesso vuole essere una metafora dell’espansione della vita stessa – spiega Cucinella- L’idea di uno spazio molto semplice che rappresenta la scienza, un’architettura invisibile ed accogliente al tempo stesso”.

Andrea Zanotti, presidente della Fondazione Golinelli, sintetizza così l’anima che tutto sottende: “Nel futuro, anche piuttosto vicino, non ci sarà più divisione tra parte ideativa, parte sperimentale e parte produttiva: i luoghi della conoscenza, della sperimentazione e della produzione dovranno per forza integrarsi per sostenere la velocità del cambiamento nel quale siamo immersi. Per corroborarne la crescita sarà sempre più necessario contaminare formazione, ricerca, capacità imprenditoriale assieme alla sensibilità estetica e alla creatività che da sempre costituisce il marchio distintivo del genio italiano”.

A ben pensarci le vette più alte della cultura umana si sono raggiunte quando arti e scienze hanno dialogato tra loro in modo fecondo, come nel Rinascimento italiano. Oggi abbiamo tutte le opportunità per tendere in modo fruttuoso all’azione combinata di arte e scienza.

a cura di Silvia Camerini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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