Alle elezioni comunali, l’affluenza è stata decisamente sotto le attese e quanto emerso ha penalizzato il Movimento 5 Stelle: i grillini sono rimasti fuori dai ballottaggi praticamente in tutti i capoluoghi di regione e nelle grandi città.

La nostra Penisola, che continua ad avere sulla testa la spada di Damocle di una legge elettorale scritta, ma già bocciata dall’aula della Camera, si riscopre bipolare proprio in occasione delle amministrative. Il Pd si porta a casa il secondo turno quasi dappertutto, se alleato con la sinistra; mentre il centrodestra viene premiato quando unito. A questo punto, parlare di una rinascita dell’asse Fi-Lega a livello locale non sembra affatto fuori luogo.

Ieri si sono recati alle urne solo 9,2 milioni di italiani in 1005 comuni: 60,07% in forte discesa rispetto al 66,85% rilevato nelle precedenti consultazioni.

Ma cosa è successo al M5S? In quasi tutte le città il distacco dai primi due candidati che andranno al ballottaggio è stato ampio. Perfino a Genova, la patria di Beppe Grillo, l’affluenza si è attestata poco sopra il 40%. Il candidato imposto dal leader, Luca Pirondini ha sfidato Marika Cassimatis, vincitrice delle comunarie on line. Pirondini ha conquistato solo il terzo posto, con il 18% delle preferenze. “Chi ci ha perso sono i cittadini la cui fiducia nel Movimento cinque stelle è stata tradita, spero che qualcuno ne risponda”, ha detto la Cassimatis in un commento a caldo.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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