Al Meeting di Rimini l’area “Cdo for innovation” spalanca una porta su un futuro gia’ presente.
Se qualcuno vi dicesse che Dante e Petrarca dopo sette secoli si ritrovano nel bel mezzo di una sfida poetica lo prendereste per folle.
E invece il Meeting 2019 di Rimini ha reso possibile anche questo, e’ sufficiente passare dal padiglione D3 per rendersene conto.
Lo stand “Cdo for innovation” punta, attraverso incontri ed esperienze virtuali, a mettere a tema il rapporto tra intelligenza artificiale e fattore umano.
Ma non e’ finita! Proseguendo e facendosi largo tra i tanti giovani e giovanissimi che lo popolano questo meeting, sorridenti, socievoli, entusiasti, direi vitali, si arriva al padiglione A3.

Mi intrufolo, il logo che campeggia in alto, in grande e’ AVSI, People for Development, Africa!
Attrazione fatale per me, sempre!
L’AVSI ha per tema il sostegno a distanza, un progetto che crea una speciale relazione tra un bambino e la sua famiglia in un paese in via di sviluppo.
I soggetti che lo sostengono possono essere una persona, un gruppo di amici, una scuola, un’impresa o una famiglia in Italia.
Il regista Marco Martinelli ha messo in scena la “Divina Commedia” a Kibera, sterminato slum della capitale del Kenia.
L’inferno all’inferno!
L’iniziativa ha coinvolto 140 ragazzi tra gli otto e i diciotto anni, che hanno interpretato Dante e Virgilio, Beatrice e Lucifero, peccati e peccatori.
I peggiori? Quelli che violentano i bambini e li costringono a vivere in strada.
Nel Padiglione A3 ne parlo con il Responsabile del progetto dopo aver assistito alla proiezione dello spettacolare video.
“…Samuel non c’e’, dov’e’ finito Samuel?….”
Non e’ la prima volta che il lungone stralunato va via di casa e non si presenta a scuola ma ora la sua fuga preoccupa…”
Manca poco al debutto di un insolita “Divina Commedia” : e’ allestita in un inferno di latta, e lui interpreta uno degli spacciatori condannati a vagare nel V girone.
Con Samuel, in scena, ci sono atri 140 ragazzi di quattro scuole di Nairobi, sterminata baraccopoli nel cuore della capitale Keniana.
E cosi’, con questo gioco, la Commedia diventa anche qui la storia di tutti.
E allora mi tornano alla mente i miei professori di Liceo quando ci dicevano che i classici non vivono da soli, vivono se noi succhiamo il loro sangue e vi mettiamo il nostro.
Ecco come bisogna amare i classici: divorandoli!
Questo regista e’ riuscito in una sorta di missione impossibile a far lavorare insieme in uno slum africano 140 ragazzini tra gli 8 e i 18 anni ispirandoli con un testo del Medioevo Italiano.

Nessun costume addosso, vestiti sempre con la divisa scolastica, parlano, corrono, cantano, ballano, passando con disinvoltura da un ruolo all’altro, dentro e fuori da “palco”: il cortile di un scuola dismessa per il debutto, il campo di basket di un altro istituto per la replica.

Queste sono state le parole di presentazione del regista Martinelli:
…Abbiamo preso desideri e sogni dei vostri bambini e con questi potenti mezzi abbiamo dato vita alla Divina Commedia….
Io che amo l’Africa vi lascio con questa immagine: se quando cammini per Kibera devi stare attento a dove metti i piedi e gli occhi sono fissi a terra , seduto tra il pubblico puoi alzare lo sguardo e ti accorgi che anche qui, all’Inferno il cielo c’e’, e’ il cielo sopra Kibera e titolo non poteva essere piu’ azzeccato per una performance come questa!

A cura di Sandra Vezzani editorialista

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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