La gestione di Alitalia portata avanti da Etihad torna sotto i riflettori. La procura di Civitavecchia ha aperto un’inchiesta per bancarotta fraudolenta per capire se ci siano delle responsabilità dei manager scelti dalla compagnia araba nel maxi buco nei conti di Alitalia.

La Guardia di Finanza, martedì 22 maggio, ha acquisito documenti ed esaminato computer nella sede di Alitalia. L’ispezione delle Fiamme Gialle è stata decisa dalla magistratura sulla base dalla sentenza con la quale il Tribunale di Civitavecchia – l’11 maggio 2017 – ha dichiarato l’insolvenza dell’ex compagnia di bandiera.

Ai raggi X, quasi due anni: vale a dire il periodo che inizia con l’acquisizione del 49% di Alitalia da parte di Etihad (portata a termine il 1°gennaio 2015) e la certificazione della nuova crisi finanziaria, avvenuta il 2 maggio 2017, quando i soci hanno approvato l’avvio dell’amministrazione straordinaria dell’azienda e il commissariamento. Un anno e mezzo in cui i conti del vettore italiano hanno continuato a peggiorare. Difficile dimenticare le parole pronunciate nel 2016 dal presidente (senza deleghe operative) Luca Cordero di Montezemolo: “Perdiamo 500 mila euro al giorno, serve un atto di responsabilità”.

Sotto indagine dunque gli aspetti societari, amministrativi e contabili della gestione portata avanti da James Hogan e dai manager da lui guidati, ma soprattutto due operazioni considerate dubbie: il passaggio (cessione) di alcuni asset pregiati da Alitalia a Etihad e i punti millemiglia.

La bufera su Alitalia continua dunque ad imperversare su più fronti. Da non sottovalutare la partita europea: la Commissione Europea ha aperto un’istruttoria sul prestito ponte concesso dal Governo Gentiloni. Senza contare il dibattito parlamentare in corso. Il 23 maggio è stato discusso l’emendamento per garantire la sopravvivenza provvisoria della compagnia anche se ora la questione finirà sul tavolo del nuovo Governo a cui toccherà decidere le sorti di Alitalia.

In base alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma anche secondo quanto si legge nel contratto di governo, la la compagnia aerea va rilanciata e non messa in vendita in quanto asset strategico del Paese.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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