Si narra, da vivi, di personaggi che, non sempre all’altezza del proprio ruolo, salutata questa esistenza terrena, vengono comunque celebrati solennemente dalle cronache nazionali e non solo. Alcune storie passano semi inosservate, ma, nel rispetto di tutte, è giusto che alcune passate inosservate ai più, abbiano il giusto merito che nell’esistenza terrena si sono guadagnate con nobiltà d’animo e nel silenzio circostante; in esso hanno respirato una vita intera persone discrete e dignitose, ed è giusto che sia rotto, non da lacrime spesso esibizioniste o eccessivamente emotive, ma da parole che non dettate dalla mente, divengano caro saluto di “Arrivederci” suggerito dal cuore: meritata onorificenza affettiva a chi in vita, all’ambizioso apparire, ha sempre scelto l’Essere.

Non è più con noi Roberto Bergamini, personaggio del mondo pallavolistico che ha scritto la storia del volley nazionale, cesenaticense nello specifico, negli anni 75/80: con la formazione dei rivieraschi, lui alla guida come capitano, ottenne la storica serie che portò la squadra del Cesenatico, in soli quattro anni, dalla serie D alla serie maggiore del campionato italiano. Di questa eccezionale escalation, ne scrissero e parlarono le cronache nazionali di allora, del settore e dello sport in generale.
All’amico-avversario che fu Roberto, sento il dovere di dedicare un saluto, che credo possa corrispondere a quello di tanti sportivi che hanno amato la pallavolo, che amano, al di là dei tempi e dei campanilismi, quei valori che lo sport dovrebbe insegnare suggerire a tutti, fuori e dentro i campi da gioco; valori che puntano ad unire, non a dividere, quanti, ancora in questa vita, dovrebbero gustare nella condivisione il piacevole sapore dello stare INSIEME, dell’Esistenza intera…

“Dallo sport fatto in casa, anche ad alti livelli, ne nascevano protagonisti sani, puri, onesti e leali… e così Roberto è stato figlio di quella nobiltà d’animo. Con lui, un pezzo di storia, non solo della pallavolo, ci lascia. Chissà se gli angeli, nello loro luminosa dimensione, giocano a pallavolo? A me piace pensare di sì. Così non fosse, ci penserà il nostro amico ad organizzare qualcosa in merito. Al giorno d’oggi non tutte le maglie si vestono con lo stesso onore, la stessa dignità che portava un tempo ad indossare una divisa sportiva, con un numero che simboleggiava una fede autentica. Non è un addio Roberto, ma un arrivederci. La tua storia, conclusa sulla terra per volontà della tua anima, continuerà a respirare, sempre viva, nel mio cuore, nel cuore di quanti hanno avuto la fortuna di conoscere il tuo animo, il tuo stile, la tua sincerità. E mi raccomando, già da ora, organizza un po’ di sana pallavolo in cielo, perché quando lassù ci ritroveremo, sarà gioia pura sfidarsi ancora al di là di una rete, non in una palestra chiusa ma tra nuvole vestite a festa, nel cielo aperto. Roberto, è stato un onore conoscerti come avversario e amico. Arrivederci tra gli angeli… e mi raccomando allenati bene, perché la storia Cesena-Cesenatico, non finisce qui”.

A cura di Vittorio Benini

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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