Interlenghi

Il mondo del cinema piange Franco Interlenghi, morto ieri mattina nella sua casa romana di Ponte Milvio. Era nato nella Capitale il 29 ottobre del 1931.

Grazie all’interpretazione in Sciuscià (1946), dove Vittorio De Sica lo volle protagonista, era considerato una delle scoperte della stagione neorealista. Negli anni Cinquanta, fu uno dei giovani più amati del cinema. Pochi anni dopo il suo esordio, Franco Interlenghi recitò nel film I vinti (1953) di Michelangelo Antonioni e nello stesso periodo si diede all’attività teatrale con la compagnia di Paolo Stoppa, interpretando Morte di un commesso viaggiatore (1951), sotto la guida di Luchino Visconti.

Poi arrivò l’esperienza con Fellini, con I vitelloni (1953) e La provinciale (1953) di Mario Soldati, grazie a cui riuscì a guadagnarsi anche il consenso della critica e l’ammirazione oltre i confini nazionali.

Iniziò a lavorare con registi stranieri come Joseph L. Mankiewicz in The barefoot contessa (1954; La contessa scalza), accanto ad Ava Gardner, Rossano Brazzi e Humphrey Bogart, con Charles Vidor che lo accostò a Rock Hudson in A farewell to arms (1957; Addio alle armi) e con Claude Autant-Lara in En cas de malheur (1958; La ragazza del peccato), a fianco di Brigitte Bardot e di Jean Gabin.

Un attore straordinariamente talentuoso del mondo dello spettacolo italiano, che non potremo mai dimenticare.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui