Foto Roberto Monaldo / LaPresse 11-03-2020 Roma Politica Senato - Informativa del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede sulla situazione delle carceri Nella foto Alfonso Bonafede Photo Roberto Monaldo / LaPresse 11-03-2020 Rome (Italy) Senate - Report of the Minister of Justice on the prisons situation In the pic Alfonso Bonafede

Una norma per il “tutti dentro“, scritta per sanare una situazione d’emergenza. Il governo ha approvato il decreto legge di Alfonso Bonafede che punta a far tornare in carcere i 376 mafiosi scarcerati nelle ultime settimane. Sono tutti detenuti al 41 bis e nei regimi di Alta sicurezza che hanno ottenuto i domiciliari per l’emergenza sanitaria.

La bozza del dl preparata nei giorni scorsi in via Arenula è finita sul tavolo del consiglio dei ministri poco dopo le 22 di sabato sera. Ed è arrivata l’approvazione. Una norma di quattro pagine e sette articoli che in pratica impone ai giudici di Sorveglianza di rivalutare in 15 giorni se sussistono ancora i motivi legati all’emergenza sanitaria.

È sulla base del rischio contagio se i giudici hanno consentito gli arresti casalinghi a mafiosi, presunti boss, killer e spacciatori di droga. Ma non solo. Il decreto prevede anche nuove regole sui colloqui in carcere per prevenire il contagio del Covid-19.

“Promuoviamo – ha detto il ministro – una sinergia, un gioco di squadra, perché saranno chiamati in causa l’autorità sanitaria e il dipartimento amministrazione penitenziaria, affinché diano ai giudici un quadro sulla disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta in cui il condannato, o chi si trova in custodia cautelare, può riprendere la detenzione”.

Fonti di via Arenula confermano che il contenuto del dl è stato comunicato in via preliminare al Quirinale. Da più parti erano stati avanzati dubbi di costituzionalità, dopo l’annuncio del guardasigilli di tre giorni fa. Per questo motivo il presidente della Repubblica, non solo garante della Costituzione ma esperto costituzionalista a livello accademico, è stato informato preliminarmente.

Entro 15 giorni rivisti i motivi dell’ok ai domiciliari – Il dl modifica le norme relative alla concessione dei domiciliari e il differimento pena per i condannati per terrorismo, mafia e per tutti i reati che mirano ad agevolare le associazioni mafiose e per quelli che si trovano al 41 bis.

Nel dettaglio gli articoli fondamentali sono tre. Il numero 2 prevede che il “magistrato di sorveglianza o il tribunale di sorveglianza che ha adottato il provvedimento, acquisito il parere del Procuratore distrettuale antimafia del luogo in cui è stato commesso il reato e del Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo per i condannati ed internati già sottoposti al regime di cui al predetto articolo 41-bis, valuta la permanenza dei motivi legati all’emergenza sanitaria entro il termine di quindici giorni dall’adozione del provvedimento e, successivamente, con cadenza mensile. La valutazione è effettuata immediatamente, anche prima della decorrenza dei termini sopra indicati, nel caso in cui il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria comunica la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto o dell’internato ammesso alla detenzione domiciliare o ad usufruire del differimento della pena”.

Tradotto vuol dire che il magistrato dovrà prima acquisire il parere del procuratore del luogo in cui è stato commesso il reato e del Procuratore nazionale antimafia. E poi valutare se ci sono ancora i presupposti per la detenzione domiciliare, cioè se sono cambiati i motivi legati all’emergenza sanitaria. La valutazione sarà fatta “immediatamente”, anche prima dei 15 giorni , nel caso in cui il Dap comunichi la disponibilità di strutture penitenziarie o di reparti di medicina protetta adeguati alle condizioni di salute del detenuto.

E questa valutazione andrà rivista ogni trenta giorni. Come fa il magistrato a sapere se sono mutate le condizioni dell’emergenza sanitaria? “Sente – si legge nel decreto – l’autorità sanitaria regionale, in persona del Presidente della Giunta della Regione, sulla situazione sanitaria locale”. Il provvedimento con cui l’autorità giudiziaria revoca la detenzione domiciliare o il differimento della pena sarà immediatamente esecutivo”.

La Redazione giornalistica – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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