Le amministrative che ieri in molti comuni Italiani hanno chiamato al voto i cittadini hanno messo in luce una grande verità: il fallimento del Movimento 5 stelle.
I risultati sono stati un disastro tanto che i pentastellati non hanno comuni in ballottaggio, nemmeno quelli da cui provengono i gurù del movimento, come Genova.
Un disastro totale, temuto e inaspettato che spingerà Grillo a fare dei mutamenti interni.

La domanda da porsi è perchè il partito che fino allo scorso anno aveva il maggior numero di voti e di seguaci, sia finito in questa maniera?

Di motivazioni ce ne sono tante.

Il preambolo è che alcune idee del movimento sono anche buone, ma manca la comunicazione che le renda chiare e tonde o che possa far pendere l’ago della bilancia verso il loro partito; e questo è indice di scarsa esperienza politica.

Inoltre la scarsa organizzazione all’interno del partito non è passata inosservata; la vicenda Raggi a Roma e quella Appendino a Torino in occasione della partita della Juventus, hanno fatto perdere molti punti al movimento.
Non bisogna dimenticare poi il continuo ostracismo di un partito nato da poco e quindi inesperto, nei confronti degli altri schieramenti politici; mai un’alleanza, mai un tentativo di mediazione, solo la voglia a volte mostrata in maniera veemente e troppo esagerata di spaccare il mondo, di perseguire costi cosa costi le loro idee, nella convinzione fossero tutte giuste, senza nemmeno ascoltare un punto di vista diverso ma costruttivo.

Questo è il modo per farsi terra bruciata attorno, dato che la politica italiana degli ultimi 50 anni è fatta di alleanze, di strizzate d’occhio ad altri partiti e soprattutto di maestria comunicativa.

In assenza di tali elementi e con una disorganizzazione di fondo, anche nel gestire i numerosi conflitti interni, questo non poteva che essere l’esito che prima o poi il movimento si sarebbe dovuto attendere.

Solo il tempo dirà se Grillo e il suo partito potranno riprendersi da tale batosta, ma per farlo servirà maggiore umiltà, maggiore astuzia comunicativa e soprattutto maggior dialogo con le altre forze politiche italiane.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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